Introduzione ai transistori a effetto di campo - JFET (23)
La funzione principale di un transistore é quella di un amplificatore, se impiegato in circuiti analogici, oppure di un interruttore, se impiegato in circuiti digitali.
Il transistore bipolare a giunzione svolge la propria funzione di interruttore/amplificatore nel momento in cui viene applicata una corrente sul terminale di base. Il circuito invertitore RTL ha mostrato che, per effetto del fanout e delle correnti che scorrono nei terminali di base, riduce le prestazioni logiche, diminuendo il valore massimo della tensione di uscita in proporzione al fanout stesso. Oltre a ciò, vi è anche un consumo di potenza nel segnale di controllo (base).
Questo fenomeno porta dunque allo sviluppo di una tecnologia che conduca corrente, ma senza sprecare potenza nel segnale di controllo. Nasce dunque il transistore a effetto di campo (FET, field effect transistor) con lo scopo di generare corrente con la sola variazione di un campo elettrico, e di conseguenza la differenza di potenziale ai capi del segnale di controllo.
JFET - Transistore a effetto di campo a giunzione
Si consideri preliminarmente un cristallo di semiconduttore di tipo n, drogato con una quantità di ioni donatori ND e dalle dimensioni W, L e H, come mostrato in figura 1.
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Figura 1: cristallo di semiconduttore di tipo n. |
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Figura 2: giunzione pn con relative dimensioni. |
- aumentando negativamente la tensione ai capi della giunzione pn, la regione svuotata di tipo n si ingrandirà, riducendo la conduttività della zona n stessa;
- la tensione negativa ai capi della giunzione pn realizza un obiettivo importante: la corrente che fluisce nella giunzione pn, che funge da segnale di controllo, è circa nulla. La conducibilità elettrica dipende dal campo elettrico applicato.
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Figura 3: struttura di un JFET. |
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